pubblicazioni - valeria luccioni

Vai ai contenuti

Menu principale:

pubblicazioni




· Valeria Luccioni "Il bello e la misura-il concetto di canone proporzionale e la principali correnti filosofiche occidentali"
Editorial Hijos del Hule,Colección Crononos, Barcelona 2017

La creazione di un canone proporzionale per la raffigurazione della figura umana ha da sempre interessato artisti di ogni epoca al fine di codificare in forme ideali la bellezza del corpo rappresentato.
Ma come cambia il concetto di canone nel corso dei secoli?
In che modo le correnti di pensiero influiscono sulle modalità che l'uomo ha di percepire la bellezza e di concepire la propria corporeità traducendola visivamente tramite regole precise?
Una disamina dei principali canoni proprozionali consentirà di ribadire ulteriormente quanto la storia dell'arte e la filosofia siano intimamente connesse.




·Valeria Luccioni "Il gesto del corpo: da articolazione a movimento,da espressione a comunicazione"


Considerando dapprima l’origine del movimento da un punto di vista anatomico,cercando cioè le sue radici nell’analisi delle funzionalità organiche del corpo, si può procedere ad esaminare le molteplici implicazioni a cui necessariamente tale approfondimento approda.
Perché il gesto sia veramente tale, perché cioè possa avere un valore di comunicazione,deve essere caricato dell’intenzionalità e dell’espressività.
Il mio discorso verterà in seguito ad analizzare le varie personalità filosofiche che nel corso del Novecento hanno contribuito a sviluppare l'idea del corpo visto come soggetto espressivo in grado di disegnare intorno a sé il proprio spazio e quindi la propria azione.
Passerò infine a citare alcune delle opere figurative per me maggiormente esemplificative dell’importanza di alcuni gesti specifici all’interno delle creazioni artistiche lungo il corso dei secoli.












·Valeria Luccioni "Mark Rothko,epistolario,scritti sull'arte"

Marcus Rothkowitz è unanimemente riconosciuto come una delle personalità artistiche più influenti ed importanti del XX secolo.
Insieme a Clyfford Still, Barnett Newman e Ad Reinhardt, fu esponente di primo piano della contemplativa e misticheggiante “color field painting”.
Mia intenzione principale è presentare la personalità artistica di Mark Rothko attraverso ciò che emerge dal suo epistolario e dai suoi scritti in materia d’arte.
Da un centinaio di testi composti tra il 1934 e il 1969, ovvero un anno dopo della sua prima mostra personale e un anno prima della sua scomparsa, si può seguire l’evoluzione del pensiero estetico lungo tutta la sua carriera artistica ed è possibile inoltre tracciare il profilo della sua vita di pittore ma anche e soprattutto di uomo.








·Valeria Luccioni "La figura di Dioniso"

Punto di partenza per una riflessione psicologica su Dioniso,dio del vino,della follia e della tragedia,sarà il mito della nascita di Dioniso quale viene riferito in seguito alla stratificazione ed intersezione di varie leggende.
A partire dalla lettura delle varie versioni del mito dionisiaco nella sua vasta policromia,è possibile discutere alcuni aspetti della psicologia del dio che ne avvalorino un'interpretazione archetipale:il dio del corpo e delle emozioni,il dio delle donne,il dio più fortemente connesso con l'idea di morte e depressione.
Il discorso verterà in seguito sull'analisi approfondita della tragedia"Le baccanti" di Euripide,esaminando la connotazone psicologica dei protagonisiti principali.
Infine,vero oggetto della riflessione,saranno l'immagine di Dioniso in tutta la sua vasta complessità ed il concetto di "dionisiaco" dapprima in contrapposizione all'dea di "titanico" ed in seguito relazionato dialetticamente al concetto di "apollineo",richiamandosi ovviamente al libro "La nascita della tragedia" di Nietzsche,in cui viene esaminata attentamente la relazione fra Dioniso e il senso del tragico.







·Valeria Luccioni "La figura del don Giovanni "

Don Giovanni è un personaggio leggendario della tradizione europea,considerato per antonomasia un simbolo della vita libertina.
Il suo mito viene caratterizzato dal motivo del beffardo invito a cena rivolto da un impenitente donnaiolo alle spogle o al simulacro di un defunto,che,con stupore di lui,accetta e lo trascina all'inferno.
La sua figura ebbe vita ricchissima nelle commedia dell'arte,forse già verso la fine del Cinquecento,ma la sua configurazione nel teatro regolare cominciò con "El burlador de Sevilla y el convidado de piedra" di Tirso de Molina,che rappresentò in don Juan Tenorio,sullo sfondo del quesito teologico della predestinazione,il prototipo del lussurioso travolto dei propri istinti e punito dal castigo divino.
Oltre alle molteplici incarnazioni che videro la luce a partire dall'opera di Tirso fino ad oltre il Romanticismo,la sua figura vive un'ulteriore evoluzione nella sofisticata dimensione della cultura del Novecento,dove perde progressivamente l'originaria intensità drammatica per trasformarsi ormai in un centro in cui convergono sottili giochi dialettici e un punto di contraddizione fra etica laica ed edonismo.



 
Torna ai contenuti | Torna al menu